Telecom Italia perseguirà un piano per separare la propria rete fissa dalle sue operazioni di servizio per massimizzare il valore patrimoniale per tutti gli azionisti e ridurre i suoi debiti.
Sotto pressione da anni nel suo mercato interno fortemente competitivo, l’ex monopolio telefonico italiano sta cercando di rinnovare la propria attività attraverso una separazione delle sue risorse di rete fissa nazionale per concentrarsi sulle attività commerciali e di consumo.
Nell’ambito di un patto preliminare siglato con l’istituto di credito statale italiano CDP la scorsa settimana, le risorse di rete di TIM sarebbero combinate con quelle della rivale statale Open Fiber per la banda larga per creare un’unica società di rete nazionale di proprietà della maggioranza di CDP.
La nuova entità di rete assorbirebbe una quota significativa dell’indebitamento e del personale domestico di TIM. Ma il principale investitore di TIM, Vivendi (VIV.PA), il cui supporto è fondamentale per qualsiasi operazione da portare a termine, si è detto pronto a valutare altre opportunità se il valore della rete non fosse riconosciuto nel piano unico della banda larga.
“La cosa più importante è massimizzare il valore di tutte le attività nell’interesse di tutti gli azionisti”, ha affermato l’amministratore delegato di Telecom Pietro Labriola in risposta alla domanda se la posizione del gigante dei media francese possa ostacolare il progetto.
CDP, che è il secondo investitore di TIM con una quota del 10%, possiede anche il 60% di Open Fiber.
Intervenendo a un evento economico a Trento, nel nord Italia, Labriola ha rifiutato di dire se TIM stesse considerando un’uscita completa dalla propria attività di rete fissa con una vendita a titolo definitivo.
“Mi sembra che tutte le parti (coinvolte nel progetto di rete unica) siano interessate a capire abbastanza rapidamente se il piano è fattibile”, ha affermato Labriola, aggiungendo che la creazione di una rete in fibra unica potrebbe essere completata in 12-18 mesi.
Piano Triennale
Veterano nel settore delle telecomunicazioni, Labriola, che ha preso il timone della società a gennaio, presenterà il prossimo 7 luglio un piano industriale triennale che sarà incentrato sulla disgregazione delle attività di TIM.
Roma desidera creare un campione nazionale di rete all’ingrosso indipendente da qualsiasi fornitore di servizi a banda larga, visto come un modo per accelerare l’implementazione della fibra ed evitare la costosa duplicazione degli investimenti e aiutare la digitalizzazione dell’economia.
Il successo di un tale piano dipenderà dalla “buona volontà degli investitori stranieri”, tra cui Vivendi, e dai fondi infrastrutturali che detengono partecipazioni di minoranza in Open Fiber e nella rete di TIM, ha riconosciuto domenica il ministro dell’Innovazione Vittorio Colao.
Fondamentalmente, qualsiasi combinazione delle risorse di rete di TIM con quelle di Open Fiber dovrebbe ottenere l’approvazione normativa in quanto ricreerebbe quasi un monopolio.
Mattia Cianci