Risulta ancora difficile dare una definizione univoca di Metaverso, ciò probabilmente è dovuto alla complessità di questo processo di convergenza digitale che negli ultimi anni sta catturando l’interesse della popolazione
Il Metaverso o i Metaversi, vengono percepiti come rivisitazione della tecnologia della rete Internet, capaci di sostituire tutti gli apparati mobili esistenti, generando nuove tecnologie e mutando il comportamento dell’uomo.
Questi spazi virtuali, superano i concetti di realtà virtuale e social network, sono popolati da avatar capaci non solo di interagire e socializzare con amici virtuali, come già avviene da tempo sulle piattaforme di giochi online, ma anche “vivere” una realtà parallela effettuando esperienze immersive virtuali come fare sport, viaggiare, prendere parte a concerti e, soprattutto, fare acquisti come se ci si trovasse nel mondo reale;
Ad oggi sono oltre 40, i metaversi a disposizione degli utenti e si differenziano tra loro sulla base di alcuni parametri come la tridimensionalità, la necessità di un dispositivo dedicato per l’accesso, l’utilizzo o meno di una blockchain per codificare il funzionamento interno, impostazione più orientata al lavoro o al gioco.
È importante inoltre, sottolineare la differenza tra Virtual reality (VR) e Augmented reality (AR) ; la prima corrisponde ad un mondo digitale, speculare rispetto al mondo reale ma totalmente artificiale, a cui si accede attraverso guanti e visori speciali che permettono l’isolamento e l’immersione totale; la seconda consiste in un potenziamento del mondo reale.
A differenza della VR, l’AR non prevede un’immersione a 360° in un ambiente digitale, ma consiste nell’integrazione nel mondo reale di informazioni generate dalla tecnologia. Il risultato è quello di riuscire ad aggiungere dettagli al campo visivo effettivamente percepito dall’utente e per percepirla basta anche un semplice smartphone.
Senza dubbio una svolta tecnologica, ma purtroppo, non esente da problemi.
Questi spazi virtuali sono oggi accessibili come singole opzioni che ancora non dialogano tra loro, perdendo quel concetto di universalità che definisce i metaversi, come se ogni sito web fosse accessibile con un proprio software senza una rete unica per saltare da un indirizzo all’altro.
L’investimento miliardario di Meta (ex Facebook) vuole colmare questo buco provando a costruire una infrastruttura capace di mettere insieme ogni singola realtà proprio come il World Wide Web a suo tempo.
I futuri Metaversi
Anche altri colossi digitali hanno messo in campo soluzioni alternative.
Nvidia, l’azienda tecnologica statunitense, ha creato Omniverse, una piattaforma espandibile basata su Universal Scene Description (USD) che permette di sviluppare flussi 3D personalizzati e simulare mondi virtuali su larga scala.
Microsoft sta per rilasciare Mesh, una piattaforma che consente alle persone di connettersi con una presenza olografica, condividere lo spazio e collaborare da qualsiasi parte del mondo.
Non è molto lontano il giorno in cui tutte queste infrastrutture potranno comunicare tra di loro come un unico grande continente digitale, grazie agli sviluppi del Web 3.0 e della digitalizzazione globale.