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Aruba SpA ottiene finanziamenti per accrescere il campus del mega-datacenter in Italia

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Il fornitore italiano di servizi cloud Aruba SpA si è assicurato un investimento di 500 milioni di euro, che ha utilizzato per espandere il suo sito Global Cloud Data Center (GCDC) a Ponte San Pietro, che è già la più grande server farm d’Italia.

L’azienda ha aggiunto altri due data center al suo campus di 200.000 m², tra cui una struttura da 17.000 m² da 9 MW che dispone di tre grandi sale dati, mentre l’altra è un sito a più piani con otto sale dati distribuite su due livelli che si estendono su 14.000 m² e vanta 8 MW di potenza.

“I datacenter di ultima generazione sono il risultato della lunga esperienza di Aruba nello sviluppo, progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture ad alto contenuto tecnologico, sono diventati un punto di riferimento per la digitalizzazione in Italia in termini di infrastrutture informatiche e consolidano la posizione di GCDC come una risorsa nel più ampio percorso di trasformazione e innovazione nazionale”, ha affermato la società in una nota.

Oltre a questo, l’azienda ha anche aggiunto uno spazio per eventi al sito, noto come Auditorium di Aruba, che ha una capacità di 400 persone.

Aruba ha inoltre rivelato che sono in atto piani per costruire altri due data center sul sito e per garantire all’azienda l’accesso al talento tecnologico di cui ha bisogno per il personale delle strutture, ha anche istituito una scuola di formazione, nota come Aruba Academy, e ha stretto collaborazioni con l’Università di Bergamo e il Politecnico di Torino.

Stefano Cecconi, CEO di Aruba, ha affermato che l’espansione del GCDC svolgerà un ruolo importante nel sostenere gli sforzi di trasformazione digitale delle imprese in tutto il paese e lo farà in modo sostenibile.

“Progettiamo i nostri campus tecnologici non solo con l’obiettivo di renderli a prova di futuro, ma anche per essere il più ecosostenibili possibile, così da minimizzare l’impatto ambientale, rendere più efficienti i consumi – nel pieno rispetto degli standard di affidabilità e sicurezza – e raggiungere i massimi livelli di certificazione”, ha affermato Cecconi.