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PA Digitale, il programma del neo ministro Zangrillo

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Paolo Zangrillo, neo ministro della Pubblica amministrazione, delinea la strategia che caratterizzerà il suo mandato. 

Il ministro per la PA, Paolo Zangrillo, sottolinea i punti chiave del suo programma. In primis, l’attenzione è posta verso la transizione alla PA digitalizzata, ripristino dello smart working e valorizzazione del capitale umano.

La Pubblica amministrazione è un fattore di competitività per il sistema economico – annuncia Zangrillo – Lavorerò di conseguenza continuando a fornire, come già sta avvenendo grazie al Pnrr, tutti gli strumenti necessari a renderla efficiente, digitalizzata e moderna. Ma la Pubblica amministrazione non è un carrozzone. Al suo interno ci sono professionalità di grande spessore. È vittima di una cattiva narrazione portata avanti per anni”.

“Sul fronte dei concorsi pubblici, bisogna coltivare il capitale umano, ridando orgoglio ai dipendenti pubblici. Da questo punto di vista non credo ci siano differenze tra il pubblico e il privato, mondo dal quale provengo. Non ho mai conosciuto un’organizzazione con dipendenti disillusi e disamorati in grado di produrre risultati positivi”.

Zangrillo si dice pronto a continuare il lavoro intrapreso dal suo predecessore Renato Brunetta, puntando sulla semplificazione dei processi. “Modernizzazione significa anche semplificazione, quindi la possibilità di presentarci ai nostri clienti, che sono i cittadini e le imprese, avendo la possibilità che ci vivano non come un intralcio ma come un’opportunità“.

La ripresa dello smart working

A differenza dell’ex ministro Brunetta, che aveva annunciato la ripresa del lavoro in presenza, Zangrillo sottolinea l’importanza dello smart working, con monitoraggio dei risultati e relativo accordo con i sindacati.

“Lo smart working è un modo diverso di organizzare il lavoro, ed è una modifica strutturale del rapporto di lavoro, si passa da un concetto di controllo del lavoratore a un concetto di verifica dei risultati. Visto in quest’ottica, è una opportunità anche per la Pubblica amministrazione. Perciò, non lo limiterei a una soluzione per il risparmio energetico”.

Zangrillo sottolinea come non creda che lo smart working possa sostituire del tutto il modello di lavoro in presenza standard. Infatti, egli afferma:” Cercherò di comprendere con quali modalità possiamo utilizzare questo strumento. E’ evidente che comporta un modo diverso di gestire il rapporto tra datore di lavoro e lavoratore. Si passa da una logica di controllo a una logica di verifica dei risultati. Ci vuole maturità. Se il sindacato rivendica la possibilità di avere smart working, deve essere consapevole che lo smart si può fare a determinate condizioni”.

Maria Antonietta Ferraro