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AI Act, esperti contro l’autoregolamentazione esortano ad accelerare i tempi

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L’appello firmato da vari esperti europei in materia di Intelligenza Artificiale esorta ad un’accelerazione dei tempi in merito all’approvazione dell’AI Act

Tra i Paesi inclusi nell’appello a favore dell’IA Act, firmato da Luciano Floridi, Founding director del Digital Ethics Center, Yale University e presidente del comitato scientifico di AI4People Institute, e da Michelangelo Baracchi Bonvicini, presidente di Atomium-Eismd e di AI4People Institute, ci sono Italia, Francia e Germania.

Nella lettera si legge: “Contro un approccio di autoregolamentazione, esortiamo tutte le parti coinvolte nel trilogo ad approvare l’Ai Act il prima possibile. È un errore pensare che la regolamentazione vada contro l’innovazione. È solo attraverso la regolamentazione e quindi una competizione leale che l’innovazione può prosperare, a vantaggio dei mercati, delle società e dell’ambiente”.

La resistenza attuale da parte di Francia, Italia e Germania riguardo alla regolamentazione dei modelli Ai fondamentali mette a rischio la leadership dell’Ue nella regolamentazione dell’Ai. L’Ue è stata all’avanguardia, sostenendo regolamentazioni che assicurino che la tecnologia sia sicura ed equa per tutti. Ma questo vantaggio iniziale potrebbe essere perso se le restanti sfide normative non vengono affrontate in modo rapido ed efficace. Un’Ue indecisa perderà il suo vantaggio competitivo rispetto a paesi come gli Stati Uniti e la Cina.I cittadini europei rischiano di utilizzare prodotti Ai regolamentati secondo valori e programmi non allineati ai principi europei”.

In merito all’autoregolamentazione da parte della aziende, l’appello recita: “Quando le aziende si autoregolamentano, potrebbero privilegiare i loro profitti sulla sicurezza pubblica e le preoccupazioni etiche. Ciò, inoltre, lascia alle aziende nel dubbio che i loro prodotti e servizi siano ammessi sul mercato, con la possibilità di evenutali multe dopo la commercializzazione. Le incertezze potrebbero richiedere regole dirette dopo che l’Atto è già stato approvato. Infine, se ogni azienda o settore stabilisce le proprie regole, potrebbe emergere solo un confuso mosaico di standard”.

La lettera conclude – “le conseguenze sono gravi, inclusa la violazione della privacy, il pregiudizio, la discriminazione e minacce alla sicurezza nazionale in settori critici come la sanità, i trasporti e le forze dell’ordine. Economicamente, le applicazioni Ai non regolamentate possono distorcere la concorrenza e le dinamiche di mercato, creando un campo di gioco disuguale in cui solo le aziende potenti e ben finanziate avranno successo”.

 

Maria Antonietta Ferraro