Al momento stai visualizzando Lo strumento digitale economico del futuro: le cryptovalute, ne parla Gianluigi Montoro

Lo strumento digitale economico del futuro: le cryptovalute, ne parla Gianluigi Montoro

Condividi su

Argomento della nuova puntata di Paperless Podcast è il quadro normativo italiano in merito alle cryptovalute. A raccontarcelo è stato Gianluigi Montoro – dottore commercialista – intervistato da Benedetta Gambale.

Il dottore commercialista Gianluigi Montoro ci fornisce una panoramica in merito alla centralità delle cryptovalute in Italia, ed al quadro normativo di riferimento del nuovo strumento economico digitale.

I primi passi della politica verso il mondo crypto

“In questo periodo storico a livello politico l’Italia sta iniziando a prendere coscienza dell’esistenza di questo nuovo strumento. Lo sviluppo delle cryptovalute risale ad oltre cinque anni fa, ed ha un impatto molto rilevante in termini economici e pratici a livello territoriale”. Montoro continua – ” La politica ha ignorato, fino a questo momento, questo fenomeno creando confusione nel settore. Ad oggi, sembra che qualcosa si stia muovendo, ciò risulta evidente dalla penetrazione di un disegno di legge e l’introduzione di un piano regolatore, che ha introdotto il Registro OAM. A cui gli operatori di cryptovalute sono tenuti ad iscriversi. In modo da regolamentare le operazioni svolte sul territorio, soprattutto in materia di antiriciclaggio“.

L’assetto normativo fiscale

Per ciò che concerne l’assetto normativo della fiscalità, Gianluigi Montoro afferma: “Questa è una grande problematica, in quanto non esiste un assetto normativo dal punto di vista fiscale. Differentemente, per la dimensione comunicativa sembra si stia muovendo qualcosa. Con il già citato Registro OAM, che contiene le comunicazioni dei dati ed operazioni effettuate dagli operatori“. Montoro prosegue “Il vuoto normativo dal punto di vista fiscale ci crea non pochi problemi, sia per i consulenti che per gli stessi imprenditori che vogliono investire nel settore delle cryptovalute. E’ stata l’Agenzia delle entrate, che pur non avendo potere di legiferare, ha deciso gli importi delle tassazioni. Senza un contraddittorio. Sono interpelli a cui l’imprenditore si deve adattare, vista l’assenza di un testo normativo univoco”.

Focus sul disegno di legge del 30 Marzo 2022

Elemento spartiacque della situazione normativa attuale, è il disegno di legge presentato al Senato il 30 Marzo. Il commercialista Montoro ne delinea i tratti essenziali: “L’obiettivo è far emergere il sommerso a livello nazionale. In un Paese ricco come l’Italia, ci saranno sicuramente patrimoni rilevanti celati, attraverso la conversione in cryptovalute. A mio avviso, gli elementi centrali della proposta di legge sono tre. Innanzitutto abbiamo una definizione ufficiale di cryptovaluta, come unità matematica criptografica, statica o dinamica, suscettibile di rappresentare i diritti con circolazione autonoma“.

Montoro continua, prospettandoci le ultime due caratteristiche del disegno di legge – ” E’ rilevante il momento impositivo. In quanto l’Agenzia delle entrate, per sopperire al vuoto normativo, ha stabilito ingenti adempimenti e fiscalità per i contribuenti. Ad esempio, attraverso una circolare è stato stabilito che, anche il cambio tra le stesse cryptovalute dovesse rappresentare un momento di tassazione. In questo disegno di legge si vuole stabilire una regola precisa, e cioè che la tassazione diventa importante quando la cryptovaluta viene convertita in moneta avente corso legale. Inoltre, si definisce la definizione oggettiva del momento impositivo. Così come avviene per i cambi monetari, la differenza non sussiste se il valore complessivo di cryptovalute detenute è inferiore a 51.645 euro“.

Ultimo tratto da sottolineare del disegno di legge sulla regolamentazione fiscale delle cryptovalute è, secondo il dottor Montoro, – “La rimessa in bonis di chi, per svariati motivi, non si è messo in pari con gli adempimenti. Nel disegno, infatti, viene prevista una sanatoria per chi non ha provveduto a comunicare i depositi in cryptovalute posseduti. In questo modo, saranno evitate molte sanzioni per inadempimenti passati. Inoltre sarà possibile tassare, con un’imposta sostitutiva, dall’ 8 al 10% quelle che sono le plusvalenze che potrebbero eventualmente emergere. In luogo all‘imposta ordinaria del 26%. L’obiettivo è agevolare la scoperta del sommerso“.

Considerazioni finali

Gianluigi Montoro conclude il suo prospetto normativo – “Nonostante questo disegno tocchi questioni centrali per noi operatori del settore, ne lascia altrettante indietro. Basti pensare agli NFT e le sue conseguenze fiscali. Stesso discorso vale anche per blockchain e la tassazione delle attività di mailing. Manca la definizione di elementi strutturali, ciò da la sensazione di trovarsi in un Paese che ragiona con qualche anno di ritardo”.

Puoi ascoltare il podcast qui:

Maria Antonietta Ferraro