Le case dell’alta moda stanno cercando di accaparrarsi uno spazio nella metafashion attraverso i videogiochi.
La storica collaborazione tra Fortnite e Balenciaga ha creato una vera e propria impennata di interessi nel mondo della Metafashion e dei videogiochi. Fortnite generalmente guadagna bene con gli acquisti integrati, poiché gli utenti hanno speso oltre un miliardo di dollari in acquisti in-game per i loro personaggi.
Tuttavia, c’è un problema: la skin acquistata non funzionerà in altri videogiochi. Vesti il tuo personaggio ma non avrai più la tua foto per i social media. In questo modo, abbiamo ottenuto le skin di Moschino per The Sims e Luis Vuitton e A Bathing Ape per League of Legends.
Nel 2021, Balenciaga ha presentato una collezione in un videogioco in cui tutti i personaggi sono vestiti con gli abiti dell’ultima stagione. Così, l’estetica cybernetica è entrata nella moda del mondo reale: ciò che una volta era solo sui nostri avatar ora inizieremo ad indossarlo nel mondo reale.
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Ovviamente, abbiamo in molti abbiamo testato l’abbigliamento virtuale nei videogiochi molto prima, ma era lontano dalla moda, come jeans e magliette in The Sims e varie armature negli Elder Scrolls. Ma nessuno poteva nemmeno immaginare che nel prossimo futuro avremmo provato delle sneakers in un’applicazione appositamente creata o che lo avremmo fatto anche per soldi, come è successo a marzo 2021 con la collaborazione tra Gucci e l’azienda bielorussa Wanna .
Le prime sneakers virtuali potevano essere acquistate nell’applicazione Gucci per $ 12,99 e potevano essere provate da Wanna Kiks per $ 9,00 dove, oltre alle sneakers, si potevano acquistare (beh, piuttosto fotografarle) anche altri accessori.
Metafashion nel Metaverso
Da quando Mark Zuckerberg ha annunciato la creazione del Metaverso, sembra che la realtà digitalizzata e virtualizzata stia diventando sempre più naturale. Significa semplicemente che tutti noi dovremo costruire case e indossare abiti nella realtà virtuale così come nel mondo reale. Incontrare gli amici, fare lezioni o trattative di lavoro, dovremo sempre indossare gli abiti giusti al momento giusto.
Demna Gvasalia, direttore creativo di Balenciaga, ha già rilasciato un’intervista in realtà virtuale. Per non parlare della prima “Milano Digital Fashion Week“, un intero evento che ruoterà attorno alle sfilate digitali. Pertanto, dobbiamo già pensare non solo alla moda digitale ma anche al design digitale, in modo che i dipinti in forma NFT possano essere appesi alle pareti, indipendentemente dalla praticità.
Un vero e proprio salto nel futuro ma qualche tempo fa c’era già stato qualcuno che aveva avuto un’idea di mondo virtuale.
La società statunitense Linden Lab nel 2003 lanciò sul mercato un videogioco dal nome “Second Life”.
Un vero e proprio mondo virtuale dove si poteva effettivamente avere una seconda vita. Intrattenimento, arte, formazione, musica, cinema, giochi di ruolo, insomma tutto quello che si poteva pensare di fare nel mondo reale li lo si poteva ottenere stando comodamente seduti in camera propria. Addirittura utilizzare la valuta virtuale Linden Dollar, che può essere cambiata in dollari reali e di conseguenza anche in euro, dando vita a un’economia virtuale interna e a specifici modelli di business.
Ovviamente l’avatar che viene creato si distingueva per l’abbigliamento indossato che poteva essere di qualunque genere. Gonne esagonali, cappelli con la frutta, giacche con tentacoli, tutto quello che si desiderava si poteva realizzare. Nel 2007 il videoclip di “Bruci la città” di Irene Grandi fu quasi completamente realizzato all’interno di Second Life, e l’avatar della cantante indossava lo stesso abito che aveva nel video.
Se si pensa a questo come punto di partenza, il futuro che ci aspetta sarà sempre più digitalizzato e pronto ad ogni nostra esigenza. Oppure finiremo per assopirci davanti ad un freddo schermo senza riuscire più a distinguere la realtà dalla finzione?
Di Mattia Cianci