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Piano Triennale per l’informatica, l’aggiornamento

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C’è stato un aggiornamento del Piano Triennale per l’informatica del triennio 2020 – 2022, mirato a sviluppare le proposte dei trienni precedenti.

Questo ci permette di avere una visione un po’ più chiara di quello che vedremo sul tavolo della digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. Le prime due edizioni del Piano Triennale avevano degli scopi ben precisi che hanno portato man mano lo sviluppo digitale attuale.

Il primo triennio, ossia quello del 2017 – 2019 era incentrato sull’introduzione del modello strategico dell’informatica nella PA. Dal 2019 al 2021 si è proposto di incentrare il lavoro sui dettagli dell’attuazione del modello. L’attuale arco triennale che stiamo attraversando, invece, era focalizzato sulla realizzazione e sul monitoraggio dei risultati raggiunti.

Questo aggiornamento è volto a far evolvere i punti focali enunciati nell’ultimo Piano Triennale. In primo luogo mantenere un focus sulla realizzazione delle azioni previste, ed ovviamente monitorarne i risultati.

La strategia è volta a:

  • favorire lo sviluppo di una società digitale, dove i servizi mettono al centro i cittadini e le imprese, attraverso la digitalizzazione della pubblica amministrazione che costituisce il motore di sviluppo per tutto il Paese
  • promuovere lo sviluppo sostenibile, etico ed inclusivo, attraverso l’innovazione e la digitalizzazione al servizio delle persone, delle comunità e dei territori, nel rispetto della sostenibilità ambientale
  • contribuire alla diffusione delle nuove tecnologie digitali nel tessuto produttivo italiano, incentivando la standardizzazione, l’innovazione e la sperimentazione nell’ambito dei servizi pubblici.

I principi guida del Piano sono:

  • digital & mobile first per i servizi, che devono essere accessibili in via esclusiva con sistemi di identità digitale definiti dalla normativa assicurando almeno l’accesso tramite SPID;
  • cloud first (cloud come prima opzione): le pubbliche amministrazioni, in fase di definizione di un nuovo progetto e di sviluppo di nuovi servizi, adottano primariamente il paradigma cloud, tenendo conto della necessità di prevenire il rischio di lock-in;
  • Servizi inclusivi e accessibili che vengano incontro alle diverse esigenze delle persone e dei singoli territori e siano interoperabili by design in modo da poter funzionare in modalità integrata e senza interruzioni in tutto il mercato unico esponendo le opportune API;
  • sicurezza e privacy by design: i servizi digitali devono essere progettati ed erogati in modo sicuro e garantire la protezione dei dati personali;
  • user-centric, data driven e agile: le amministrazioni sviluppano i servizi digitali, prevedendo modalità agili di miglioramento continuo, partendo dall’esperienza dell’utente e basandosi sulla continua misurazione di prestazioni e utilizzo e rendono disponibili a livello transfrontaliero i servizi pubblici digitali rilevanti secondo il principio transfrontaliero by design
  • once only: le pubbliche amministrazioni devono evitare di chiedere ai cittadini e alle imprese informazioni già fornite;
  • dati pubblici un bene comune: il patrimonio informativo della pubblica amministrazione è un bene fondamentale per lo sviluppo del Paese e deve essere valorizzato e reso disponibile ai cittadini e alle imprese, in forma aperta e interoperabile;
  • codice aperto: le pubbliche amministrazioni devono prediligere l’utilizzo di software con codice aperto e, nel caso di software sviluppato per loro conto, deve essere reso disponibile il codice sorgente.

 

Mattia Cianci