di Nicola Savino
CEO Savino Solution
Nel primo appuntamento di “Digital Days”, il redattore di “Wired” Luca Zorloni ha intervistato Nicola Savino, CEO di Savino Solution e ideatore dell’iniziativa. La conversazione ha spaziato liberamente tra i punti principali degli argomenti di attualità che hanno come focus principale il tema dello sviluppo digitale in Italia rispetto al resto d’Europa e del mondo, con spunti molto interessanti e profondi.
Di seguito l’articolo:
Nel primo appuntamento di “Digital Days”, il redattore di “Wired” Luca Zorloni ha intervistato Nicola Savino, CEO di Savino Solution e ideatore dell’iniziativa. La conversazione ha spaziato liberamente tra i punti principali degli argomenti di attualità che hanno come focus principale il tema dello sviluppo digitale in Italia rispetto al resto d’Europa e del mondo, con spunti molto interessanti e profondi.
La tempesta Covid ha costretto le imprese a stringere i denti e a superare le resistenze da parte di imprenditori, contesto aziendale, clienti e fornitori, rendendosi protagoniste in un paio di mesi del cambiamento epocale che non si era riusciti a realizzare in tanti anni di sforzi di tutte le parti interessate. Si sono poste le basi per compiere la transizione dai primi approcci poco convinti al semplice e tradizionale lavoro remoto attraverso strumenti digitali verso la rivoluzione tecnologica, sociale ed economica del vero e proprio smart working, che in molti casi – soprattutto startup – ha fatto registrare un aumento della produttività tale da far dubitare della necessità di insistere a mantenere aperta una sede fisica. Importante è, quindi, non retrocedere. Le aziende devono sviluppare resilienza da un punto di vista digitale, acquisire consapevolezza dei traguardi che hanno raggiunto e comprendere che non bisogna mai partire dagli strumenti, ma piuttosto elaborare una strategia che abbia come obiettivo il conseguimento di alcuni aspetti fondamentali dei processi aziendali, enumerabili sinteticamente in efficacia, efficienza, e sicurezza. Questo può avvenire a partire dall’analisi e dalla reingegnerizzazione in chiave digitale dei processi aziendali, per arrivare poi all’individuazione degli strumenti tecnologici specifici – anche gratuiti- che permettono di raggiungere lo scopo finale. L’Italia può recuperare il gap di competenza digitale rispetto all’Europa, perché ha raggiunto un buon livello di sviluppo in fatto di normative e nel conquistare la fiducia dei mercati per tecnologie recenti e di complessa implementazione come la blockchain, ma è necessario un cambiamento culturale collettivo che aiuti a valorizzare le professionalità formate dall’università, integrando trasversalmente saperi umanistici e competenze tecniche.
